Posts in Cucina Tipica Salentina

pesce-fresco-La-Vecchia-Osteria

La varietà di pesce fresco della bella stagione nei piatti pugliesi

Maggio 28th, 2025 Posted by Cucina Tipica Salentina 0 thoughts on “La varietà di pesce fresco della bella stagione nei piatti pugliesi”

Con l’arrivo della bella stagione, il mare si popola di specie ittiche pregiate, ideali per ricette fresche, saporite e profondamente legate alla tradizione culinaria del territorio.
I piatti del nostro Chef hanno il sapore del pesce appena pescato, trattato con cura e servito per esaltarne al meglio i sapori.
Ecco alcune delle specie più comuni e che spesso finiscono nel menu de La Vecchia Osteria.

Dentice

Inconfondibile per la livrea argentea, il dentice è molto saporito. Perfetto al forno accompagnato da patate, pomodorini e olive: un secondo piatto ideale per le giornate estive.

Triglia di scoglio

Piccola, colorata e profumata: la triglia è un must della cucina pugliese. Si pesca facilmente in questo periodo e si presta a ricette sfiziose, ad esempio fritta o alla pizzaiola (con pomodorini, prezzemolo, aglio, sale, pepe e olio). In entrambi i casi, conserva tutto il gusto autentico del mare.

Calamaro

Pur spostandosi in acque più profonde, nel periodo estivo, è comunque possibile trovare questo mollusco e impiegarlo per squisite ricette. Il suo sapore inconfondibile si presta per essere gustato al meglio alla griglia o ripieno, ma è nella frittura di pesce salentina che non può proprio mancare.

Astice

Una bontà dal gusto deciso, ideale per arricchire un primo o come protagonista di un secondo più prelibato.

Totano

Simile al calamaro, ma con carne più soda e saporita. Tre modi per gustarlo sono:
1. In padella con le patate
2. In umido con cipolla e pomodoro
3. Arrostito sulla brace

Scegliere pesce fresco e locale significa scegliere qualità, ma anche rispetto per il mare e valorizzazione del nostro territorio.
Ti aspettiamo in viale Francesco Lo Re per assaporare solo ingredienti freschi di prima scelta.

verdura-di-stagione-Vecchia-Osteria

Dal campo alla tavola: la verdura di stagione

Maggio 27th, 2025 Posted by Cucina Tipica Salentina 0 thoughts on “Dal campo alla tavola: la verdura di stagione”

Mangiare secondo stagione non è solo una scelta di gusto e di benessere, è anche un modo per restare in armonia con la propria terra.
Nel Salento, questa verità si sente forte: la cucina è semplice, contadina, e ogni piatto racconta quello che l’orto ha da offrire in quel periodo.

A partire da maggio e giugno, la natura inizia a dare il meglio di sé regalando sapori freschi e intensi, pronti per essere trasformati in piatti autentici. E questo Chef Totu lo sa bene: coltiva e cura gli ortaggi che impiega poi nei suoi piatti.

Qual è la verdura di stagione?

Tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, la campagna salentina si colora di verde, arancione, viola e rosso, tra ortaggi croccanti e frutti succosi che cominciano a fare capolino sulle tavole. Stiamo parlando di questa verdura di stagione:

Zucchine e fiori di zucca

Leggere, versatili e dolci: le zucchine sono uno degli ingredienti più amati nella cucina pugliese. Perfette ripiene e cotte al forno, grigliate, o saltate in padella, senza dimenticare quelle sottolio.

Il miglior modo di condirle? Un giro di olio extravergine d’oliva, aglio e tanta menta.
I fiori di zucca, che nascono all’estremità delle zucchine, sono una vera delizia. Ottimi farciti ad esempio con la ricotta e poi fritti. L’unico difetto? Non si possono gustare tutto l’anno.

Melanzane

Iniziano a comparire le prime melanzane, regine dell’estate pugliese. Da assaggiare:
1. tagliate a dadini e saltate in padella con olio, aglio e basilico,
2. nella formidabile parmigiana: strati di melanzane fritte, conditi con salsa di pomodoro e abbondante formaggio (c’è chi aggiunge anche il prosciutto cotto).
3. sottolio: così come le zucchine, le melanzane sottolio sono un tesoro della tradizione.
4. grigliate: perfette per un pranzo veloce, al mare, da accompagnare ad un formaggio fresco.

Peperoni

Colorati, dolci e carnosi: i peperoni sono una chicca di stagione. Ottimi in agrodolce, arrosto o saltati in padella con capperi e olive. Si presentano come un ingrediente dalle infinite combinazioni.
Ideali come condimento per la pasta o come contorno a piatti di carne o pesce.

Pomodori

Cominciano a maturare quelli da insalata e da sugo. Nel periodo estivo, nel Salento si gustano così:
sulle frise: con olio EVO, sale e origano
nelle insalate: sempre con sale, olio e origano, ma con l’aggiunta della cipolla
● nella famosa Grika: cetrioli, capperi, olive e primosale
● come condimento della pasta fredda, insieme ad altre verdure
E poi, verso fine estate, inizia un vero e proprio rituale che li vede protagonisti: la passata di pomodoro.

Meloncelle (o cummarazzi)

La versione salentina dei cetrioli: meno affusolata ma più dolce. Le meloncelle sono una verdura di stagione perfetta per ricreare insalate sfiziose o da gustare semplicemente sbucciate e tagliate a listarelle (una tira l’altra) come snack.

La cucina salentina non forza mai la natura, la segue, dando vita a piatti che sono il simbolo della stagione di riferimento. Ed è quello che succede anche ne La Vecchia Osteria, dove il KM0 ti coccola in ogni ricetta della tradizione.

taralli-pasquali-pugliesi

Taralli pasquali pugliesi con glassa: un dolce tipico

Marzo 19th, 2025 Posted by Cucina Tipica Salentina, Dolci tipici, Tradizioni salentine 0 thoughts on “Taralli pasquali pugliesi con glassa: un dolce tipico”

La Pasqua è un periodo carico di significato e di spiritualità e, come ogni ricorrenza che si rispetti, è fatta di tradizioni da portare avanti. Nel Salento, tra queste rientrano processioni, tavole imbandite e ricette da preparare tutti riuniti in famiglia. Una delle specialità che non può assolutamente mancare sono i taralli pasquali, una variante dolce del classico prodotto.

Preparazione e significato dei taralli pugliesi

I taralli pasquali sono una presenza immancabile nelle case pugliesi durante questa ricorrenza. La loro forma circolare viene considerata come un rimando all’eternità e alla resurrezione, temi centrali della Pasqua. Questa versione dolce è sfiziosa, infatti i biscotti sono “uno tira l’altro”.

La consistenza croccante dell’impasto cotto e la glassa di zucchero – chiamata gileppo- che si scioglie in bocca è uno dei piaceri del pranzo pasquale, da trascorrere in famiglia, dopo aver preparato tutti insieme le pietanze.

La preparazione richiede tempo e dedizione, ma il risultato ripaga ogni sforzo. Ecco come realizzarli seguendo la tradizione leccese.

Ingredienti

  • 500 g di farina 00
  • 5 uova medie
  • 150 g di zucchero (aumentabile a 200-250 g per un gusto più dolce)
  • 50 g di olio extravergine d’oliva
  • 40 g di grappa o vino bianco
  • Un pizzico di sale
  • 3 g di ammoniaca per dolci

Ingredienti per la glassa (gileppo):

  • 500 g di zucchero semolato
  • 200 ml di acqua
  • Qualche goccia di succo di limone

Ora che l’occorrente è pronto è il momento di mettere le mani in pasta:

  1. In una ciotola capiente o nella planetaria, unisci la farina, le uova, lo zucchero, l’olio, la grappa, il sale e l’ammoniaca e impasta. Una volta ottenuto un composto liscio ed elastico dividi l’impasto in pezzi da circa 80 gr ciascuno. Forma dei cordoncini di impasto e chiudili a ciambella, creando la forma tipica dei taralli pugliesi.
  2. Porta poi a ebollizione una pentola d’acqua e immergi i taralli, pochi per volta, finché non vengono a galla. Scolali e disponili su un canovaccio pulito per farli asciugare, preferibilmente per una notte intera.
  3. Il giorno seguente, pratica un’incisione longitudinale su ognuno. Disponili su una teglia rivestita di carta forno e cuocili in forno preriscaldato a 200°C per circa 30-40 minuti, fino a doratura.
  4. Fatto questo, è il momento di preparare la glassa: in una pentola, sciogli lo zucchero nell’acqua e aggiungi qualche goccia di succo di limone. Porta a ebollizione e cuoci fino a raggiungere una consistenza viscosa. Immergi i taralli nella glassa calda, assicurandoti che siano completamente ricoperti. Disponili su una griglia o su carta forno e lascia asciugare completamente.

 

Cimentati nella loro preparazione, e decorali come preferisci ad esempio con i confetti colorati.

Per scoprire altre specialità della cucina pugliese, ti aspettiamo ne La Vecchia Osteria da Totu.

 

menù-salentino-Vecchia-Osteria-ciceri-e-tria

Un menù salentino per la Festa del Papà e di San Giuseppe

Marzo 19th, 2025 Posted by Cucina Tipica Salentina, eventi, Tradizioni salentine 0 thoughts on “Un menù salentino per la Festa del Papà e di San Giuseppe”

Il 19 marzo è una data che profuma di casa, di famiglia e di tradizione. La Festa del Papà e di San Giuseppe è un’occasione speciale che va celebrata nel migliore dei modi. Ovvero con i piatti che raccontano una storia di sapori tramandati di generazione in generazione. E chi meglio di Chef Totu per guidarci nella scelta del menù salentino perfetto per questa giornata?

Antipasto: tris di bontà nel menù salentino per la festa del papà e di San Giuseppe

Per iniziare, un antipasto ricco e fragrante con le immancabili pittule, panzerotti e polpettine. Le pittule, soffici frittelle di pasta lievitata, possono essere gustate semplici o arricchite con ingredienti come pomodori, baccalà, cavolfiori o altre verdure di stagione. La loro croccantezza esterna e la morbidezza interna le rendono un antipasto irresistibile.

Accanto alle pittule, troviamo i panzerotti, un’altra icona della cucina salentina. Si tratta di gustose crocchette di patate dalla forma affusolata e dal sapore forte per via della presenza del formaggio pecorino e menta nell’impasto.

Se è vero che “non c’è due senza tre”, a completare questo antipasto sono le polpettine di carne, che devono essere saporite e croccanti. La dimensione perfetta? Quella che permette di gustarle in un solo boccone!

menù-salentino-Vecchia-Osteria-Lecce

San Giuseppe= ciceri e tria come primo piatto

San Giuseppe in Salento significa ciceri e tria, un primo piatto che unisce semplicità e sapore. Si tratta di una pasta fatta in casa, la “tria”, in parte lessata e in parte fritta per aggiungere una nota croccante, servita con ceci cremosi e profumata con un filo d’olio extravergine d’oliva e alloro.

La differenza di consistenza rende il piatto una vera specialità, ideale per festeggiare al meglio questa giornata.

Non solo a Natale, il secondo di baccalà

Il baccalà non è solo un piatto natalizio! In Salento si gusta tutto l’anno e per San Giuseppe diventa un ottimo secondo piatto. Il baccalà fritto, con la sua panatura dorata e croccante, è un’esplosione di gusto che si accompagna perfettamente con un contorno di verdure di stagione (es. le cicorie).

Fritto in olio d’oliva e servito caldo, regala un’esperienza culinaria che unisce tradizione e convivialità.

Dolce: le immancabili zeppole di San Giuseppe

Per concludere in dolcezza, non possono mancare le zeppole di San Giuseppe (e il nome lo preannuncia). Queste soffici frittelle (o al forno), farcite con crema pasticcera e guarnite con un’amarena sciroppata (in alcuni casi con ciuffi di crema al cioccolato), sono il simbolo della festa.

Le zeppole rappresentano la perfetta conclusione di un pranzo in famiglia.

Con questo menù firmato Chef Totu, la Festa del Papà e San Giuseppe si trasforma in un momento di gusto da condividere con chi amiamo.

Buon appetito e buona festa a tutti i papà e a chi si chiama Giuseppe!

Cecamariti-pugliesi-frittelle-di-verdure

I Cecamariti: le frittelle di verdure tipiche della Puglia

Febbraio 19th, 2025 Posted by Cucina Tipica Salentina, Tradizioni salentine 0 thoughts on “I Cecamariti: le frittelle di verdure tipiche della Puglia”

La tradizione culinaria pugliese è ricca di piatti dal sapore autentico e dalla storia affascinante. Tra questi, un posto d’onore spetta ai cecamariti, gustose frittelle a base di verdure che, con il loro sapore irresistibile, hanno dato origine a una ricetta ricca di gusto… e di ironia.

L’origine del nome

Il termine cecamariti nasce dall’idea che queste frittelle fossero così saporite e invitanti da riuscire a “ingannare” i mariti, facendogli credere di mangiare un piatto più ricco e sostanzioso di quanto fosse in realtà (oltre che sbrigativo). In un’epoca in cui nella maggior parte delle famiglie gli ingredienti più costosi erano un lusso e ci si doveva arrangiare con i pochi prodotti a disposizione, in cucina non poteva mancare un’abbondante dose di ingegno. E l’ampio patrimonio di ricette della tradizione ci insegna che di sicuro non è mancata. Così come, grazie a un impasto di farina, acqua e verdure di stagione, nacquero queste frittelle dorate e croccanti.

Gli ingredienti e la preparazione dei cecamariti

La ricetta dei cecamariti varia da zona a zona e soprattutto è versatile: puoi utilizzare gli ingredienti che hai a casa. Quelli principali però restano:

  • Farina 00 o di semola
  • Acqua o latte
  • Lievito di birra o bicarbonato
  • Verdure di stagione (borragine, cicoria, zucchine o cipolle)
  • Olio extravergine d’oliva per friggere
  • Sale e pepe q.b.

Per prepararli, si crea una pastella morbida che viene arricchita con le verdure scelte, precedentemente lessate o saltate in padella. Dopo un breve tempo di riposo, che prevede una leggera lievitazione, si friggono in olio bollente fino a ottenere la giusta doratura.

Un piatto della tradizione ancora attuale

I cecamariti, nati come piatto povero, sono oggi una prelibatezza amata da tutti. Si trovano nelle sagre e nelle feste di paese, ma anche sulle tavole delle famiglie che vogliono gustare i sapori autentici della tradizione o hanno semplicemente bisogno di una ricetta salvacena deliziosa.

 

Tu li hai mai assaggiati? Cimentati nella loro preparazione!

Nel frattempo vieni ad assaporare la tradizione nei piatti de La Vecchia Osteria.

Ti aspettiamo in Viale F. Lo Re, 9

cardi-pugliesi

Cardi: il tesoro invernale della cucina pugliese

Gennaio 27th, 2025 Posted by Cucina Tipica Salentina 0 thoughts on “Cardi: il tesoro invernale della cucina pugliese”

I cardi, conosciuti per il loro sapore amarognolo, sono un’ottima verdura da assaporare nel periodo invernale. Buoni e versatili, sono perfetti per la preparazione di piatti bilanciati grazie alla combinazione con altri ingredienti. Oggi ti vogliamo parlare di questa bontà e del suo impiego in alcune ricette più comuni in Puglia.

Cosa sono i cardi?

Se ti stai chiedendo cosa sono esattamente i cardi, te lo diciamo noi: simili nell’aspetto al sedano, ma appartenenti alla stessa famiglia del carciofo, sono una verdura invernale che cresce rigogliosa nelle campagne della Puglia. Si dice che, fin dall’antichità, siano stati apprezzati per le loro proprietà depurative e di conseguenza il loro consumo fosse frequente. Ad oggi, sono celebrati come una delizia con cui dar vita a tante ricette, che ti sveleremo tra poco.

Le ricette da assaggiare

Le loro proprietà benefiche non sono l’unico motivo per cui vi consigliamo di portarli a tavola, ma anche per il loro inconfondibile sapore. Come accennato prima infatti, si prestano a molte preparazioni. Alcune da provare assolutamente:

  • Cardi saltati in padella

Partendo da un grande classico: i cardi saltati in padella, semplici ma deliziosi. Basta un filo d’olio Evo, uno spicchio d’aglio e un pizzico di peperoncino per trasformarli in un contorno perfetto per accompagnare qualsiasi secondo.

  • Cardi fritti

Se è vero che “la frittura rende tutto buono”, i cardi non fanno eccezione, nel caso specifico le coste esterne. Basterà prima sbollentarle un po’, immergerle in una pastella leggera – fatta con acqua, farina e sale – e friggerle fino a duratura. Il risultato sarà un antipasto o contorno croccante fuori e tenero dentro.

  • Risotto ai cardi

Un primo delicato, dove questa verdura diventa la protagonista indiscussa e i sapori si abbinano alla perfezione. Dopo aver mondato i cardi falli rosolare in padella con olio e aglio, aggiungi poi il riso per tostarlo leggermente. Prepara a parte il brodo – vegetale o di carne in base alle tue preferenze- e aggiungilo di volta in volta per cuocere lentamente il tutto. L’unico imperativo è la cremosità del piatto, spegni il fuoco quindi solo quando avrà raggiunto la giusta consistenza. Pepe e formaggio grattugiato daranno il tocco finale alla ricetta.

  • Cardi e carne

Un piatto che scalda il cuore e soddisfa il palato, e noi de La Vecchia Osteria lo sappiamo bene. I cardi con carne e zuppa di pomodori sono una vera specialità che potrai assaggiare nel nostro ristorante, preparati da Chef Totu in modo impeccabile. La delicatezza dei cardi e la ricchezza della carne sono ideali insieme.

Se ti è venuta l’acquolina, non puoi perdere l’occasione di assaporare queste, o altre, ricette della tradizione salentina.

Prenota un tavolo e vieni a trovarci!

 

Pancotto-pugliese-Vecchia-Osteria

Il pancotto pugliese: una storia di gusto e tradizione

Gennaio 24th, 2025 Posted by Cucina Tipica Salentina 0 thoughts on “Il pancotto pugliese: una storia di gusto e tradizione”

Una pietanza che esprime al meglio la filosofia secondo cui “in cucina non si spreca niente”, il pancotto pugliese è nato dall’esigenza di riutilizzare il pane raffermo. Si tratta quindi, oltre che di una ricetta squisita con cui riscaldarsi nelle giornate invernali, di un viaggio nella memoria contadina dove impastare il pane era un rituale e non sprecarlo era imprescindibile.

Le origini del pancotto

Il pancotto affonda le sue radici in un passato in cui ciascun ingrediente aveva un valore prezioso ed era frutto del lavoro svolto a contatto con la terra. Ogni famiglia reinterpretava la ricetta con ciò che aveva a disposizione, dando vita a numerose varianti locali. Nel Salento ad esempio, il pancotto si arricchisce di cime di rapa e fagioli cannellini, ma non mancano versioni arricchite con pomodori, cipolla e a volte anche patate.

Ingredienti e ricetta del pancotto salentino

La forza del pancotto sta nei suoi ingredienti semplici e genuini, capaci di rispettare la stagionalità e di conseguenza il legame con il territorio. Tra i protagonisti troviamo:

  • Pane raffermo (spesso di grano duro)
  • Cime di rapa (da poter sostituire con altre verdure invernali),
  • Fagioli,
  • Olio extravergine d’oliva,
  • Aglio e peperoncino.

Passiamo alla preparazione, semplice e veloce ma sicuramente dal risultato saporito. Una volta mondate, sbollenta in acqua salata le cime di rapa, o la verdura scelta. Nel frattempo taglia a pezzi grossolani il pane – rigorosamente raffermo- e fallo rosolare in padella con olio, aglio e peperoncino. Capirai che è il momento di spegnere il fuoco non appena avranno raggiunto la giusta doratura e croccantezza.

Una volta cotti lentamente i fagioli (se secchi, dovranno stare in ammollo in acqua almeno dalla sera prima) è il momento di assemblare il tutto. Si creerà la perfetta combinazione di sapori, profumi, colori e consistenze. 

Se preferisci un tocco di sapore in più, aggiungi un filo di olio a crudo e servi in tavola ancora caldo. Noi ti consigliamo di gustarlo all’interno di ciotole in terracotta per vivere un’esperienza ancora più vicina all’antica tradizione contadina.

Possibili abbinamenti

Pur essendo molto saporito, il pancotto rimane un piatto da poter completare a proprio piacimento con altri ingredienti. C’è chi ama accompagnarlo con una generosa porzione di burrata o stracciatella, in modo da aggiungere un tocco di leggerezza e freschezza; chi invece, per intensificare il sapore, unisce la pancetta a cubetti.  In questo modo, una ricetta che ricorda antiche tradizioni diventa la base per versioni innovative.

Se rimanere fedele alla tradizione o se personalizzarla in base ai gusti, rimane una tua decisione.

Nel frattempo da La Vecchia Osteria ti aspettano degli ottimi piatti. Vieni ad assaporare il Salento in V.le  Lo Re, Lecce

Natale-a-Lecce

Natale a Lecce: cosa vedere secondo Chef Totu

Dicembre 20th, 2024 Posted by Cucina Tipica Salentina, Dolci tipici, eventi, Senza categoria 0 thoughts on “Natale a Lecce: cosa vedere secondo Chef Totu”

Cosa c’è di più magico del Natale? Lecce durante le festività diventa ancora più incantevole. Le sue vie si illuminano di luci scintillanti, l’aria profuma di dolci tradizionali, e ogni angolo racconta storie di tradizione e bellezza. Se sei alla ricerca di un luogo che sappia scaldarti il cuore e regalarti momenti indimenticabili, sei nel posto giusto. Ecco cosa, secondo Chef Totu, non puoi assolutamente perderti della città in festa!

  1. Il Presepe nell’anfiteatro romano

Il Presepe quest’anno popola l’anfiteatro romano, figure in cartapesta curate nei minimi dettagli incastonate nello scenario unico di questa testimonianza storica. Proprio così, passeggiare intorno a questa meraviglia ti farà sentire parte di un racconto visto dall’alto, dove l’arte sacra incontra l’eternità di un monumento simbolo di Lecce.

  1. I mercatini in piazza Sant’Oronzo

Come ogni anno con l’arrivo delle festività, oltre ad ospitare l’albero di Natale, Piazza Sant’Oronzo si popola di casette in legno in cui sono esposte opere di artigianato e bontà gastronomiche. La piazza, con una pioggia scintillante di luci, diventa il luogo perfetto in cui immergersi per sentire l’atmosfera di festa. Qui verrai pervaso da tanti profumi e colori.

  1. Piazza Mazzini e le sue bancarelle

Se ami l’idea di perderti tra bancarelle cariche di oggetti unici, non può mancare una visita ai mercatini di piazza Mazzini. Sono il posto perfetto per chi cerca regali originali o semplicemente vuole lasciarsi avvolgere dallo spirito natalizio.

bancarelle-Natale-a-Lecce

  1. La fiera di Santa Lucia

Un vero gioiello per gli amanti delle tradizioni natalizie e del Natale a Lecce è la Fiera di Santa Lucia, conosciuta anche come “La fiera dei pupi”, ospitata nel suggestivo Chiosco dei Teatini fino al 26 dicembre. Personaggi del presepe (pastori, artigiani, angeli, Sacra famiglia) ed elementi di ambientazione – comete, grotte, ruscelli- sono esposti sui banchetti in fila sotto i portici della location. Statuine uniche che contribuiscono da anni a fare la storia dell’artigianato leccese.

  1. Il chiostro di luce

Preparati a rimanere senza fiato. Nel Chiostro del Seminario che si affaccia sulla magnifica Piazza Duomo, prende vita l’evento “Chiostro di luce”: un’installazione multimediale che trasforma le pareti dell’edificio in un caleidoscopio di immagini e giochi luminosi con il videomapping. Una poesia visiva che incanta grandi e piccini, regalando un’esperienza indimenticabile.

Potrai vederla fino al 6 gennaio (a eccezione del 24 e del 31 dicembre).

 

Lecce a Natale sa sempre come meravigliare: le sue vie, i suoi eventi e le sue tradizioni ti accoglieranno con il calore tipico del Salento. Lasciati avvolgere dalla magia, scopri l’autenticità di questa terra e vivi un Natale da ricordare.

Lecce ti aspetta, pronta a sorprenderti e a farti innamorare, così come i piatti di Chef Totu.

la-puccia-dell'Immacolata

La puccia dell’Immacolata

Novembre 29th, 2024 Posted by Cucina Tipica Salentina, Tradizioni salentine 0 thoughts on “La puccia dell’Immacolata”

Si sta avvicinando il periodo più magico dell’anno, il Natale. Tra tutte le tradizioni che questa festività porta con sé, nel Salento c’è quello della “puccia dell’Immacolata”. Festeggiato alla vigilia della Santa Concezione, è l’occasione perfetta per gustare una delle specialità più amate della cucina salentina con un senso anche religioso.

Cos’è la puccia e le origini di questa tradizione?

La puccia è un pane tipico del Salento, conosciuto per la sua forma rotonda e la crosta croccante. Preparata con pochi ingredienti—farina di grano, acqua, lievito, sale e olio d’oliva—ha un interno morbido e leggermente alveolato. La particolarità della puccia sta nel quantitativo ridotto di mollica, è infatti un panino più basso e “strutturato”, perfetto per accogliere un ricco condimento.

Il rituale di mangiarla nel giorno della vigilia dell’Immacolata ha radici antiche. In passato, il 7 dicembre era considerato il giorno del digiuno (se così si può davvero considerare) e di astinenza dalle carni, per lo meno di terra, e la famiglia si riuniva attorno al tavolo per assaporare la puccia, ed è tuttora così.

puccia-salentina

Come si farcisce la puccia dell’Immacolata?

Anche il condimento segue un rituale, che impone l’utilizzo di ingredienti genuini. Quello della tradizione è:

  • Tonno sott’olio, che aggiunge un sapore ricco e corposo.
  • Capperi, che regalano una nota aromatica.
  • Pomodorini, perfetti per bilanciare i sapori più forti.
  • Olio extravergine d’oliva, immancabile per arricchire il tutto.

Alcune varianti delle zone nel Salento prevedono l’aggiunta delle olive nell’impasto del pane, per renderlo più saporito (occhio sempre alla possibile presenza di noccioli!)

 

Ogni anno, questo pane speciale riunisce le famiglie attorno alla tavola, portando avanti una tradizione che risveglia la nostalgia, il senso di comunità e il rispetto per le antiche usanze. Anche ne La Vecchia Osteria viene rispettata, infatti è il pranzo di tutto lo staff nel giorno della Vigilia dell’Immacolata.

Per le ricette che sono il simbolo del Salento, ti aspettiamo nel nostro ristorante.

mandorle-pugliese-nella-tradizione

La mandorla pugliese: un solo ingrediente, tantissime ricette!

Novembre 29th, 2024 Posted by Cucina Tipica Salentina, Dolci tipici, Senza categoria 0 thoughts on “La mandorla pugliese: un solo ingrediente, tantissime ricette!”

La mandorla pugliese racchiude la storia, i sapori e le tradizioni di una terra antica e generosa. Se il fiore del mandorlo è bello, il frutto è veramente un ingrediente centrale dei dolci più amati, che sono l’accompagnamento perfetto per ogni fine pasto delle festività, da Natale a Pasqua.

Una tradizione secolare: la storia della mandorla nel Salento

Il motivo che sta alla base della presenza radicata di questo frutto nel territorio pugliese è da ritracciarsi nel clima mite e i terreni ricchi di minerali, che permettono agli alberi di crescere rigogliosi. Con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, il paesaggio salentino si tinge di bianco rosato, quando i mandorli sbocciano. Diventa così un vero spettacolo della natura e annuncia l’inizio di una nuova stagione.

Alla fioritura segue la formazione del frutto che diventa il protagonista delle ricette tradizionali. Che sia nelle feste di paese, nelle celebrazioni familiari o nei riti stagionali, la mandorla è presente in tutte le sue forme: dai dolci di pasta di mandorle alle mandorle pralinate, da quelle atterrate alla cupeta.  Ogni ricetta è una piccola storia d’amore per la propria terra, tramandata di generazione in generazione e noi vi raccontiamo quelle principali.

La bontà della pasta di mandorla pugliese

Se c’è una preparazione che rappresenta l’essenza della mandorla salentina, è senza dubbio la pasta di mandorle. Profumata, densa e morbida, questa pasta dolce è ottenuta macinando finemente le mandorle con zucchero e, talvolta, qualche goccia di essenza di limone o arancia, che le conferisce un tocco fresco e aromatico. Questo ingrediente dà vita a capolavori come:

  • il fruttone, simile al celebre pasticciotto, ma con una personalità tutta sua: al posto della crema pasticcera, custodisce appunto un ripieno a base di pasta di mandorle e marmellata – spesso di pere o mele cotogne – il tutto avvolto da uno strato sottile di cioccolato fondente.
  • ci sono poi i biscotti di pasta di mandorla, realizzate unicamente da questo ingrediente e decorati con una ciliegia candita.
  • in occasione di Pasqua, invece è il momento di preparare l’agnello di pasta di mandorla. Oltre ad arricchire il pasto pasquale, è l’occasione per creare un momento di unione tra le varie generazioni durante la fase della preparazione.

pasta-di-mandorla-pugliese

Le mandorle pralinate

Le mandorle pralinate, con il loro irresistibile strato croccante di zucchero caramellato, sono un’autentica tentazione che fa parte di ogni fiera di paese e del periodo natalizio. Durante le celebrazioni popolari, è facile lasciarsi conquistare dall’aroma dolce che si sprigiona dai banchetti dove si mescolano mandorle e zucchero, spesso arricchito con un tocco di vaniglia o cannella, in grandi padelle di rame. La glassa zuccherina rende le mandorle ancora più gustose, una tira l’altra.

mandorle-pralinate-Salento

La cupeta: il torrone croccante che racconta il Salento

Rimanendo in tema di feste, non c’è Natale senza la cupeta: il torrone croccante che ha origine nell’epoca medievale. Preparata con maestria, la cupeta mescola pochi ingredienti: mandorle tostate e miele per creare una delizia. Ogni pezzo di cupeta è un’esperienza: il sapore intenso del miele, la leggera amarezza delle mandorle e la croccantezza del caramello si fondono in un equilibrio perfetto.

cupeta-Salento

Mandorle atterrate: il connubio perfetto tra cioccolato e tradizione

Ricoperte di cioccolato e inserite in un pirottino, nascono le mandorle atterrate. La ricetta segue pochi semplici passaggi: una volta tostate, le mandorle vengono immerse nel cioccolato fondente fuso, e lasciate solidificare per creare dei piccoli bocconi di dolcezza. Il gusto intenso del cioccolato si sposa alla perfezione con la croccantezza delle mandorle, creando un dolce che, pur nella sua semplicità, racchiude tutto il calore delle feste invernali.

La mandorla pugliese si riscopre come ingrediente cardine per diversi dolci che rivivono in ogni periodo dell’anno e nelle diverse festività.

C’è poi un posto in cui ogni pasto diventa una festa per il palato, ed è La Vecchia Osteria.

Ti aspettiamo.

logo footer la vecchia osteria

Viale F. Lo Re, 9 - 73100 Lecce - P.Iva 03457290751

pagina facebook la vecchia osteria